La classificazione dello zolfo come fitosanitario è stata sempre favorevole perché non tossico nè nocivo per l’uomo, per gli animali e per l’ambiente.
La prima classificazione del Ministero era: IV CLASSE, poi in seguito NON CLASSIFICATO ed infine IRRITANTE Xi.
Attualmente la classificazione dello zolfo è data ai sensi del reg. 1272/2008 CLP da pittogrammi e frasi di rischio che nello specifico sono:
Pittogramma Attenzione e frase di rischio H315 Provoca Irritazione Cutanea
(ASPIZ ha commissionato uno studio al RESEARCH TOXICOLOGY CENTRE S.PA. sulla SKIN IRRITATION dello zolfo e suoi formulati che ha confermato che lo zolfo non è irritante per la pelle secondo la metodologia applicata RECONSTRUCTED HUMAN EPIDERMIS (RhE) MODEL (EPISKINTM/MTT method).
La Direttiva 128/2009 parla di uso sostenibile dei pesticidi e definisce all’art 3 punto 10 «pesticida»:
a) prodotto fitosanitario secondo la definizione del regolamento (CE) n. 1107/2009
Articolo 1 reg. 1107/2009 Oggetto e scopo
1. Il presente regolamento stabilisce norme riguardanti l’autorizzazione, l’immissione sul mercato, l’impiego e il controllo all’interno della Comunità dei prodotti fitosanitari, così come sono presentati nella loro forma commerciale.
Sostanzialmente fitosanitario e pesticida sono sinonimi. Ma non tutti hanno la stessa classe di pericolo. Pesticida ha assunto un’accezione negativa ma deriva dalla traduzione dell’inglese pesticide.
Fra i fitosanitari (pesticidi) lo zolfo è quello che ha una classificazione molto favorevole perché di basso impatto sull’ambiente e sull’uomo. Lo dimostra il fatto che è sempre stato inserito nella difesa fitosanitaria in Agricoltura Biologica Reg. 2092/91 e Reg. 834/2007 modificato dal Reg.889/2008 dove è inserito nell’Allegato I concimi ed ammendanti (zolfo elementare) e nell’Allegato II fitosanitari (punto 6 rame ossicloruro – zolfo).
Il Reg. 1107/2009 recita nell’Allegato II
5. Sostanze attive a basso rischio
Una sostanza attiva non è considerata a basso rischio se è o deve essere classificata, a norma del regolamento (CE) n. 1272/2008, come almeno una delle seguenti:
— cancerogena,
— mutagena,
— tossica per la riproduzione, — chimica sensibilizzante,
— molto tossica o tossica,
— esplosiva,
— corrosiva.
L’etichetta dello Zolfo e dello Zolfo Ramato, autorizzate dal Ministero della Salute, riportano rispettivamente come unica frase di precauzione
P280 Indossare guanti/Indumenti protettivi per lo zolfo e
P270 Non mangiare, né bere, né fumare durante l'uso.
P273 Non disperdere nell'ambiente.
P280 Indossare guanti e indumenti protettivi per lo zolfo ramato
Lo Zolfo non rientra tra queste.
Il D.lgs 81/2008 prevede l’utilizzo dei DPI nel caso di sostanze pericolose. La prescrizione nei nostri ambienti di lavoro da parte del medico del lavoro è solamente l’uso della mascherina antipolvere e dei guanti.(D.V.R.)
Per quanto riguarda il fatto che lo zolfo che dovesse cadere sul terreno non solo non crea problemi ma anzi ha una funzione fertilizzante nutriente ed acidificante che nulla ha a che vedere col fenomeno delle piogge acide ormai marginale da quando si effettua la desolforazione del gasolio e della benzina. Si allega relazione sull’impiego dello zolfo come fertilizzante presentato a Cambridge nel 2002 dalla IFS (International Fertiliser Society).
PRINCIPALI NORME CHE DISCIPLINANO LO ZOLFO REGOLAMENTO CE n° 1107/2009 (Immissione sul mercato di prodotti fitosanitari) REGOLAMENTO CE n° 2003/2003 (Immissione sul mercato di fertilizzanti) Decreto Lgs n°75/2010 (Immissione sul mercato di fertilizzanti) norma Italiana
REGOLAMENTO CE n° 889/2008 (recante modalità di applicazione del Reg. 834/2007 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici)